Giornata internazionale dell'alimentazione
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In agricoltura ancora oggi molte aziende continuano ad utilizzare pesticidi allo scopo di massimizzare le produzioni, combattendo gli attacchi di funghi, parassiti o insetti. Secondo i dati Istat, nell’anno 2014 sono stati vendute 130 mila tonnellate di prodotti fitosanitari. L’Italia si piazza al terzo posto in Europa dopo la Spagna e Francia ma al secondo per l’impiego di fungicidi. Seppur la normativa vigente abbia comportato una maggiore attenzione alle sostanze e al residuo (LMR limite massimo di principio attivo), non ne ha tuttavia ridotto o vietato l’utilizzo. Inoltre la normativa risulta stimata sulla base di test effettuati su un singolo principio attivo. Manca invece, una regolamentazione specifica e armonizzata che indaghi gli effetti cumulativi e sinergici dei residui nei vari prodotti alimentari, non prendendo assolutamente in considerazione la possibile presenza nello stesso alimento di più residui chimici che seppur entro i limiti, di fatto realizzano un cocktail i cui effetti sull’uomo e sull’ecosistema non sono conosciuti. Non ci sono infatti, allo stato attuale studi scientifici, che indaghino gli effetti sulla salute umana di tali combinazioni chimiche, né che, indaghino i meccanismi di accumulo nel suolo. È certo che alcune delle sostanze ritrovate a seguito di analisi sugli alimenti, costituiscono interferenti endocrini o immunitari, studi scientifici hanno evidenziato come l’uso indiscriminato di prodotti fitosanitari produca effetti negativi per l’ambiente come: la perdita della biodiversità e fertilità dei suoli, in quanto è in grado di alterare la composizione delle comunità microbiche, l’ accelerazione del fenomeno di erosione, la contaminazione delle falde come si evince dal rapporto nazionale pesticidi nelle acque di Ispra ( nelle acque sono state ritrovate ben 224 diverse sostanze e in 274 campioni risulta superato il limite di concentrazione), l’inquinamento dell’aria, la massiccia moria delle api a seguito dell’introduzione dei neonicotinoidi; oltreché l’esistenza di un’ associazione positiva tra l’esposizione ai pesticidi e l’ insorgenza di tumori e danni neuropsichici e comportamentali. Nel 2015 laboratori pubblici hanno effettuato controlli dei residui fitosanitari negli alimenti. Il 19,6 presentava un solo pesticida, mentre il 38,8 presentava più sostanze chimiche. Nel 2017 in un campione di foglie di tè verde proveniente dalla Cina sono stati ritrovati ben 21 residui, di cui 6 oltre il limite e in un campione di semi di cumino proveniente dalla Siria, ben 14 residui di cui 9 sopra il limite. Uva, fragole, pere e frutta esotica sono risultati i prodotti con le percentuali più alte. La presenza di più pesticidi può dare luogo ad effetti additivi (ovvero la sommatoria degli effetti tossici) o sinergici (ovvero l’interazione fra gli stessi). L’Efsa ha avviato con dei volontari uno studio relativo alla tiroide e al sistema nervoso, allo scopo di indagare i rischi cumulativi e gli effetti acuti e cronici. Seppur l’assunzione attraverso la dieta sia bassa rispetto ad altre esposizioni, sono tuttavia in grado di produrre effetti negativi sulla salute a maggior ragione che non se ne conoscono gli effetti combinati. In Francia uno studio ha verificato su cavie l’azione combinata di sei pesticidi di utilizzo comune e anche in Italia, gli esiti sono stati alterazioni metaboliche, tendenza all’obesità e diabete. Eppure, l’agricoltura dovrebbe essere un alleato per la salute dell’uomo.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi sugli effetti benefici di una sana e corretta alimentazione o su specifici alimenti che sono definiti nutraceutici e sono anche cresciute le aziende, come la nostra, che praticano agricoltura biologica e biodinamica. Occorre una maggiore attenzione del legislatore e del consumatore. I produttori che praticano agricoltura convenzionale non si rendono conto degli effetti a lungo termine delle loro produzioni destinate a ridursi nel corso degli anni. Non si rendono conto di contaminare non solo il loro ambiente circostante ma anche quello dei loro figli e nipoti che sulle tavole si ritrovano cocktail dagli effetti sconosciuti.
Smetti di comprare prodotti convenzionali.